I bond sono i più apprezzati tra i differenti tipi di obbligazioni. Questi bond chiamati anche prestiti obbligazionari convertibili si trovano regolarmente sulle pagine dei giornali economici grazie al “prestigio” delle società quotate che gli emettono. Ultimamente sono state Fiat Chrysler Automobiles, BPM e Telecom Italia ad emettere bond convertendo.
Eccovi una guida operativa sull’argomento più discusso in questi tempi, i bond . In questo articolo ci sarà una definizione del prestito obbligazionario convertendo e una spiegazione sul funzionamento dei bond convertibili e infine vi daremo l’esempio di tre casi di prestiti obbligazionari che avevano emesso in passato grandi aziende italiane come il covertendo FCA, il convertendo BPM e il convertendo Telecom Italia.
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Bond convertendo cosa sono
Le grandi organizzazioni hanno spesso bisogno di molti più soldi di quello che una banca può dare e quindi raccolgono soldi mediante l’emissione di obbligazioni (bond) sul mercato pubblico. Migliaia di investitori poi prestano una porzione del capitale necessario. Quindi un’obbligazione non è altro che un prestito. L’organizzazione che vende le obbligazioni si chiama emittente. L’emittente di un’obbligazione deve pagare all’investitore degli interessi, in tempi e tassi prestabiliti.
Tutto sui convertendo sul nostro focusfinanza.
Ecco dopo aver spiegato cosa sono semplicemente i bond vediamo ora cosa significa convertendo.
Le obbligazioni convertend si distinguono tra l’altro dall’opportunità data all’emittente di un bond di poter chiedere un prestito che sarà poi restituito sotto forma di dividendi societari all’azionista. In tal modo, chi compra un bond convertendo prende in carico un pezzo del debito della società e quindi non è solo un investitore o un obbligazionista ma piuttosto un creditore dell’azienda emittente.
Queste obbligazioni sono appunto dei bond a conversione obbligatoria, cioè diventano per forza delle azioni, a differenza dei Bond convertibili che possono essere convertiti solo se c’è il desiderio di farlo, altrimenti rimangono sotto forma di bond e non si trasformano in obbligazioni. I bond Convertendo, quindi sono per definizione, da convertire.
Il bond convertendo può essere negoziato da una persona fisica o giuridica che ha in capo un diritto di riscossione su un altro soggetto. Viceversa il mittente, può essere solo un’azienda come le citate FCA, BPM eccetera.
Bond convertendo come funzionano
Dopo aver spiegato cosa sono questi bond e visto quale differenza c’è tra le obbligazioni convertibili e quelle convertendo, andiamo adesso a vedere come funzionano i bond convertendo.
Uno dei principi delle obbligazioni convertibili è la restituzione del prestito sotto forma di azioni i quali non hanno però prezzi fissi ma prezzi sottoposti alle continue oscillazioni del mercato. Infatti, il prezzo di un titolo può salire o scendere e quindi c’è il rischio di trasformare i bond in azioni che potrebbero poi perdere il loro valore iniziale.
I bond convertendo hanno delle particolarità che li distinguono da altri tipi di obbligazioni. Insomma il modo di funzionamento dei prestiti obbligazionari convertend li rende differenti da altri tipi di bond.
Le obbligazioni hanno come tutti i bond uno specifico valore nominale che non è altro che la somma di denaro versata dal creditore per acquisire quell’obbligazione. Tale valore nominale sarà poi restituito all’investitore alla scadenza delle obbligazioni con agli interessi che le obbligazioni hanno maturato fino al momento della scadenza.
Nel caso dei bond convertendo gli interessi rappresentano i guadagni che l’azione derivata dal Bond ha realizzato se ovviamente il titolo avrebbe guadagnato. Gli interessi sono quindi la cedola di cui beneficia l’investitore ogni mese, ogni tre mesi ma anche ogni sei e 12 mesi, dipende da quanto stabilito nel contratto.
La data di scadenza delle obbligazioni convertendo è la data entro la quale il debitore deve rendere il valore nominale del Bond al creditore, ma sotto forma di azioni.
Alcuni esempi
Eccovi ora esempi di bond che in passato, sono stati lanciati da aziende italiane. I casi di cui parleremo sono il bond convertendo Banca Popolare di Milano BPM, il bond convertendo FCA e il bond convertendo Telecom Italia. Queste aziende hanno emesso bond convertendo permettendo ai propri creditori al momento della conversione obbligatoria dell’obligazione in azioni di trasformarsi in azionisti della società.
Bond convertendo FCA
Nel 2014 la Fiat Chrysler Automobiles, una delle prime aziende italiane ad emettere bond, aveva scelto di ricorrere al prestito obbligazionario che era un bond alla pari. Si tratta di un’obbligazione che presentava un prezzo di emissione pari a quello di valore. Secondo il regolamento del convertendo FCA, la conversione si faceva automaticamente in azioni al 7,875% al momento della scadenza prevista il 2016 ossia il dicembre 2019. Alla data di scadenza del bond l’azionista creditore potrebbe scegliere di comprare o vendere le azioni FCA proprio come succede sul mercato tradizionale.
Bond convertendo Banca Popolare di Milano
Il bond convertendo di cui parleremo qui era emesso prima della nota fusione della Popolare di Milano con Banco Popolare che poi portò alla nascita del Banco BPM.
Perchè questo convertendo BPM ha fatto parlare di sé nella cronaca finanziaria? Infatti perché l’istituto emittente ebbe tanti problemi nella conversione delle obbligazioni.
Nel periodo che va dal 2009 al 2013 BPM aveva emesso tantissimi bond da tramutare in azioni sul finire del 2013 applicando un tasso del 6,75%.
Nella seconda metà del 2012, però il management del Banco BPM subisce un’inchiesta giudiziaria che implica anche le obbligazioni emesse. Infatti la magistratura ha indagato sulla perdita subita da molti clienti che avevano investito nei bond BPM ritrovandosi con titoli convertendo che hanno perso il di 70 per cento del loro valore.
Ci furono poi impatti non giudiziari ma che erano enormi, sul futuro della Banca Popolare di Milano che si è poi fusa con Banco Popolare.
Bond convertendo Telecom Italia
Per finire ecco l’ultimo esempio di bond emesso da aziende italiane: il bond di Telecom Italia emesso nel 2013 con scadenza triennale. Il prezzo, al momento della conversione in azioni è risultato positivo permettendo alle azioni Telecom Italia nate dai Bond di registrare anche forti oscillazioni. Ad avere un impatto sull’andamento del titolo Telecom Italia è stata anche la rivoluzionaria e continua mutazione del settore delle telecomunicazioni.